4 – Chi può aiutarci?

 

Anippe [da sola nella sua stanza, pensa]: “Certo che quella Issa mi ha fatto sentire come mai da tempo non mi accadeva. È vero: la gente è triste e nessuno si diverte. Issa invece ha un fuoco dentro. Tutti gli altri invece a lavorare e a sperare che la giornata finisca. Un giorno dopo l’altro senza colori. È da troppo tempo che è così. Ha ragione Issa: dobbiamo fare qualcosa. Ma chi ci può aiutare? Forse … Sì, dai! Andremo da lei domani”.

 

[Il giorno dopo, Anippe si avvicina al fido Gahiji]: “Amico mio, so che non sarai d’accordo. Vorrei andare da nonna Salama con i ragazzi che ho incontrato ieri. Ci accompagni?”

 

Gahiji: “Anippe! Da tua nonna? La vecchia è fuori di testa. Se lo sapessero i tuoi finirei di certo nei guai”.

 

Anippe: “Grande e grosso come sei hai paura? Dai, sei un bravo ragazzo e anche molto intelligente. Sai che forse potremmo fare qualcosa di buono per questo paese…”.

 

Gahiji: “Se la metti così … ma non dire niente ai tuoi, altrimenti domattina troverai qualcun altro a guardarti le spalle.”

 

[Trovati i due fratelli nella piazza principale di Tebe, il gruppetto s’incammina verso casa della nonna].

 

Issa [guardando Anippe]: “Dove andiamo?”

 

Anippe: “Da mia nonna. Una donna fantastica. Ha un cuore d’oro. E poi sa molte cose. Più volte mi ha raccontato di storie, luoghi e vicende che nessuno qui a Tebe, ma credo in tutto l’Egitto, ricorda. Nonna si commuove ogni volta: ricorda quando c’era splendore, felicità e pace”.

 

Gahiji [con tono severo]: “Anippe, piantala! Sono visioni di un’anziana svitata”.

 

Khalfani: “Che bello sarebbe se tutto fosse come lo ricorda tua nonna. Non vedo l’ora di incontrarla”.

 

Anippe: “Inoltre, nonna Salama mi ha parlato di un fiume…”

 

Issa e Khalfani: “Quale fiume?”

 

Anippe: “Una volta mi disse che il popolo sia stato messo in rotta contro gli dei. Per tutta risposta, le divinità hanno prosciugato i corsi d’acqua e con loro tutte le speranze degli egiziani. Nonna è convinta che ci sia lo zampino del dio delle tenebre...”