Umm: “Seb, credi che Tebe sia davvero la scelta migliore per noi e i ragazzi? Non stiamo correndo troppo? In fondo, qui al villaggio anche se non c’è molto stiamo bene”.
Seb: “Ci abbiamo pensato tanto. Quante notti insonni a discutere. È bene così, Umm! Raduniamo le nostre cose e avvisiamo i ragazzi. Partiamo tra qualche giorno. Umm, vedrai: a Tebe ci sono tantissime possibilità per noi e soprattutto per Issa e Khalfani”.
Khalfani: “Issa, davvero dobbiamo partire? Non riesco a immaginare come sarà vivere in un grande paese: i nostri parenti, gli amici… Ho già tanta nostalgia, dubbi, ma anche tante speranze”.
Issa: “Fratello mio. Tu pensi troppo! Fai come me: lasciati trasportare. Immagina il viaggio. Pensa: vedremo il fiume che ci hanno descritto mamma e papà, come si chiama? Ah, sì, Nilo, le oasi, le carovane di mercanti che vanno su e giù per il paese. Chissà che storie e chi incontreremo. E poi, appena giunti nella capitale, troveremo certamente nuovi amici”.
Khalfani: “Tu sai sempre trovare le parole giu… Shhh! È mamma che ci chiama”.
Umm: “Ragazzi! Preparate le vostre cose e andate a salutare gli amici”.
Issa e Khalfani: “Uffa! Proprio adesso?”
Umm: “Sì! Vostro padre è stato categorico”.
Issa: “Khalfani, per favore: niente lacrime, intesi? Su, andiamo a salutare tutti”.
Khalfani: “Va bene…”
Issa: “Bene, oggi partiamo da qui per Tebe, ma non vi preoccupate (con voce rotta dall’emozione) quando saremo nella capitale penseremo a voi ogni giorno. Non vi dimenticheremo”.
[La famiglia parte sul piccolo carro trascinato da due buoi].
