20 – I RAGAZZI SONO PERICOLOSI


 

Le guardie riferirono subito a Keket e al Visir che la nonna era stata internata e sottolinearono che non aveva opposto resistenza, anzi li aveva messi comodi mentre ella preparava alcune cose da portare via e che le potevano essere utili. Keket andò su tutte le furie chiedendo se avessero catturato i ragazzi. Le guardie risposero che non si trovavano da nessuna parte ma che avrebbero potenziato i controlli per tutta Tebe. La regina malediceva la vecchia e rimbrottava le guardie di essersi fatte raggirare da Salama, che così aveva permesso ai ragazzi di fuggire indisturbati. Scacciò le guardie e capì che molto probabilmente il gruppetto era uscito dalla capitale. Keket pensava a cosa gli avesse messo in testa la vecchia a quei ragazzi, e perché Un-Nefer fosse così arrabbiato. Stava ancora rimuginando a questo quando le apparì Un-Nefer. Era molto adirato. Ripeteva come un ritornello che quel bambino non è morto. Keket non capiva e rispose che avrebbe fatto il possibile. Il dio oscuro la ammoniva dicendole che non capiva: il ragazzino non era segnato dalla maledizione e Salama se n’era accorta. Quel bambino era in realtà figlio della sovrana defunta. Indicato nella profezia sarà capo e condottiero del popolo. La donna rispose che era impossibile. A suo tempo aveva dato ordine di farlo fuori insieme alla madre e di far passare la cosa come una disgrazia. Ma adesso che si ricordava bene, era stato ritrovato solo il corpo della donna, mentre il bambino si disse che era stato sbranato dalle belve visto che era stato rinvenuto solo qualche brandello di carne. Non era assolutamente possibile che fosse lui. Un-Nefer con fare ancora più minaccioso replicò che quello era il bambino delle Profezia. La vecchia in qualche modo era riuscita a portarlo in salvo ed ora era ritornato per mandare in rovina i loro piani di conquista del Regno. Ordinò a Keket di compiere il possibile per bloccare quei mocciosi. Erano certamente diretti verso le sorgenti del Nilo. Ma non dovevano arrivarci per nessun motivo. Un-Nefer scomparve con la sua voce che faceva eco e che aveva messo paura a Keket e al Visir. La Regina convocò subito strateghi e militari per valutare la cosa e anche i suoi amici e alleati nel complotto, cioè i Nubiani. In quel momento arrivò il Faraone un po’ contrariato perché gli avevano impedito di entrare nella stanza del trono, pertanto voleva chiedere spiegazioni alla donna, ma questa gli mandò una maledizione che lo fece stendere a terra privo di sensi. Venne chiamata la servitù. Fingendo che il sovrano si fosse sentito male, fu così portato nelle sue stanze e chiamato il medico di corte. Fatto portare via il marito, Keket con fare risoluto ordinò ai presenti di occuparsi dei marmocchi.