Ogni mattina con fare furtivo si recavano dalla nonna passando per un buco nella siepe che proteggeva il giardino eterno del palazzo: erano Issa, Anippe, Khalfani, Gahiji, Neith e Ngozi. Salama con fare paziente li portava nella caverna con gli affreschi e si metteva a spiegare la storia del popolo egizio e l’importanza del fiume Nilo che è sempre stato come una divinità benevola per tutte le genti. La nonna riusciva ad affascinare tutti con i suoi racconti e poi era anche divertente: prendeva sempre in giro Gahiji per la sua cotta verso Anippe e aveva preso sotto la sua la protettrice specialmente Issa e Khalfani. Non proseguiva mai senza che loro due avessero capito tutto. I due non capivano quel suo fare così attento nei loro confronti, ma non si creavano molti problemi perché Anippe non era gelosa ed era contenta che la nonna avesse riacquistato voglia e fiducia nella vita. In tarda mattinata, si trovavano davanti al palazzo reale e accoglievano Edjo, che era all’oscuro dei loro incontri con la nonna, in gruppo. Poi passavano la giornata a fare esercizi fisici e giochi di strategia con Gahiji come maestro, il quale rivelava una grande potenza a livello fisico ma un po’ meno, anzi molto meno a di tattica. Edjo si divertiva, era per lei tutto un gioco da ragazzi. Talvolta non capiva perché non potessero divertirsi facendo semplicemente delle compere o altre cose meno faticose. Ma non voleva lamentarsi, specialmente perché voleva farsi vedere in maniera positiva da Khalfani. Il problema era la madre Keket. Sempre più sospettosa e avendo il Visir Ket come suo braccio destro, cominciò a far seguire quei ragazzi perché non si fidava più della figlia. Scriveva di suo pugno continui ordini che faceva firmare dal debole marito. Vere proprie angherie contro il la sua gente. Arrivò addirittura a minacciare di internare la nonna perché era un pericolo per la stabilità e la pace di tutto l’Egitto! Ma il Faraone, almeno inizialmente, resistette a confinare l’anziana madre.
