Finalmente arrivò la nonna: camminava appoggiata ad un bastone e stava brontolando con la servitù che l’accompagnava lamentandosi che la trattavano da vecchia. Ordinava a non starle così appresso e di lasciarla respirare perché quella vicinanza le levava l’aria. Poi da sola inciampava e a momenti cadeva faccia a terra. Tutta la servitù le si avvicinò ma lei con il bastone minacciava tutti che dovevano stare a distanza di sicurezza altrimenti avrebbe agito di conseguenza. A Issa e Khalfani quella donna pareva effettivamente tanto vecchia e sembrava che non avesse tutte le rotelle a posto. Tutto il contrario di quello che durante il viaggio verso il palazzo Anippe gli aveva raccontato. La madre del Faraone ordinò che tutti si allontanassero e la lasciassero sola l’adorata nipotina. E così accadde: tutta la servitù di gran carriera uscì dalla stanza. Quando tutti si allontanarono, nonna Salama acquistò tutto un altro atteggiamento: prima abbracciò e accarezzò sua nipote, poi andò da Gahaiji prendendolo in giro e chiedendogli quando si sarebbe dichiarato di fronte alla nipote (il giovane malgrado la stazza diventò di un colore rosso peperone acceso) dandogli anche una pacca sulla schiena con il bastone; poi si fermò a scrutare i due nuovi. Anippe presentò i due fratelli: Issa aveva un’aria veramente forte e calorosa nella sua bellezza, mentre Khalfani impressionò subito la nonna per i suoi due occhi profondi e sinceri dotati di capacità e saggezza. La nonna chiese alla nipote il motivo di tanta fretta a volerla incontrare, nonostante il divieto della famiglia e la contrarietà di Gahaiji. Mentre lo nominava, lanciò un sorriso a due denti alla guardia del corpo della nipote. Anippe cominciò a raccontare alla nonna di come aveva trovato i due fratelli che erano appena arrivati nella capitale provenendo dalla periferia. Inoltre le espose i discorsi che avevano cominciato a farle circa la presenza di un fiume che era sacro e fonte della vita, ma che nessuno conosceva o ricordava a Tebe. La ragazza sottolineò con calore che c’era anche da tener conto della tristezza che aleggiava negli occhi di ogni abitante della capitale.
