Giunti a pochi metri dall’abitazione i due fratelli si guardarono e videro la pochezza del loro abbigliamento rispetto a quello di Anippe e alla casa dove stavano andando. Anippe si accorse del disagio dei due ma li tranquillizzò. Non dovevano preoccuparsi. La nonna non era una che si fermava alle apparenze, anzi. Arrivati davanti al palazzo vennero accolti dalla servitù che salutò in maniera riverita Anippe e guardò con altezzosa sufficienza Gahaiji ma soprattutto Issa e Khalfani. I quattro vennero accompagnati all’interno di una grande stanza ed attesero che arrivasse la nonna. Nel frattempo ad Anippe parve giusto spiegare la situazione e che nonostante quello che avrebbe detto tutto sarebbe rimasto immutato, nulla sarebbe cambiato del rapporto di amicizia che si era instaurato tra loro. Spiegò che la nonna è la madre del Faraone e che lei è perciò la figlia del sovrano. Gahaiji voleva far capire ad Anippe che non era opportuno rivelare tutte queste cose ad una sconosciuta. Tuttavia, la giovane non volle sentir ragione: Issa le aveva fatto risvegliare un fuoco dentro che nessun altro era riuscito; inoltre se era così in pensiero per la gente che aveva da poco incontrato voleva dire che era un animo nobile che doveva essere rispettato ed aiutato. Allora Gahaiji si rassegnò e si presentò nella sua vera funzione e cioè come la guardia del corpo personale di Anippe, questo perché la ragazza non viveva seguendo e rispettando tutte le regole e abitudini che si confanno ad una principessa. Mentre Gahaiji diceva questo Anippe gli rifilò un calcio nello stinco che fece vedere al ragazzo tutte le costellazioni stellari dal dolore.
