2 – ARRIVO NELLA CAPITALE


 

Dopo molti giorni di faticoso viaggio la famiglia arrivò alle porte della capitale. Fin da distante si poteva percepire la maestà e grandiosità della città. Più si avvicinavano più sorgeva anche un certo timore: cominciavano infatti a domandarsi come poteva essere la vita nella capitale. Avrebbero trovato amici o sarebbero stati additati come stranieri e per questo messi in disparte? Mentre i due ragazzi si animavano nel dipingere mille possibili scenari, i due genitori ostentavano tranquillità sottolineando che a Tebe tutti si sarebbero accorti del loro potenziale. Questo risultava gradito ai due fratelli che ricominciavano a fantasticare su le mille cose da fare. L’arrivo nella capitale fu in realtà una grande delusione: vollero andare a vedere il grande e divino fiume Nilo ma tutti li scrutavano con fare sospetto, prendendoli per pazzi. Nessuno era a conoscenza di un fiume dentro la capitale: era possibile che tutti si fossero presi in giro di loro? Dov’era tutta la ricchezza della capitale? Lungo le strade c’era solo gente triste. In confronto a Tebe, il loro villaggio era di una vivacità travolgente. I due fratelli cominciarono a girare per capire cosa fosse successo. Issa con molto irruenza si rivolgeva verso la gente la quale aveva paura di lei, mentre il fratellino Khalfani, molto sveglio, mediava e faceva le prime amicizie. Seb e Umm nel frattempo trovarono un umilissimo alloggio nella periferia sud della capitale e incominciarono a scaricare il poco che avevano portato con sé dal villaggio. Anche loro erano preoccupati: dopo tanta fatica non si sarebbero mai aspettati una situazione di così grande disagio e carestia.